Disoccupazione giovanile

Pigrizia o mancanza di risorse? Vi racconto la mia esperienza.

Molte persone di una certa età hanno sempre affermato che trovare un lavoro fosse facile. Che bastasse solamente andare dal padrone di una piccola o grande azienda e chiedere “Vorrei lavorare. Mi prendete?” o simili. Ciliegina sulla torta, nel corso degli anni 2000, le vecchie generazioni hanno affermato che le nuove generazioni fossero svogliate, pigre, senza sangue, dipendenti dai propri genitori, ecc ecc.
Ma la realtà è un’altra.
Con il passare degli anni la situazione è cambiata moltissimo andando, purtroppo, di male in peggio e le nuove generazioni che attualmente cercano un lavoro vengono messe a dura prova. Le piccole e grandi imprese hanno delle esigenze particolari e, molto spesso, anche assurde e insensate. Inoltre, la colpa è soprattutto di tutte le persone che sono state al Governo.

Avete ragione a credere che io stia esagerando. Ma fidatevi: parlo per esperienza personale. E sono pronto a raccontarvi tutto.

Capitolo 1

Quando ho terminato gli studi nel 2010, con la qualifica di addetto alle vendite, ho iniziato a cercare un lavoro, per mettere in pratica questa capacità acquisita. Sfortunatamente, dopo aver mandato Curriculum in giro, dopo essermi registrato nelle varie agenzie interinali e uffici di collocamento, non ho trovato nulla. Normalmente si usa dire: “Se Maometto non va alla montagna, la montagna va da Maometto“. Ma il mio caso è stato l’opposto. Così, durante l’anno 2011-2012, con l’aiuto dei miei genitori, ho aperto un’attività e sono diventato un ambulante, vendendo capi di abbigliamento a partire dalla taglia 2XL in poi.
Risultato finale:
Un vero e proprio disastro!

“Ho aperto un’attività e sono diventato un ambulante, vendendo capi di abbigliamento a partire dalla taglia 2XL in poi. Risultato finale: Un vero e proprio disastro!”


Molte persone preferivano comprare vestiti di scarsa fattura da 1, 2, o 5 Euro, bigiotteria di dubbia qualità ecc ecc. Tanto che fui costretto, a malincuore, ad abbassare i prezzi dei capi di abbigliamento. Dover prendere capi Made in Italy di buona qualità a partire da 50 Euro in poi e farle scendere a 20 – 10 Euro è stato orribile. Ma nonostante questa scelta drastica, la situazione non cambiava: la gente osservava i vestiti, chiedeva il prezzo, li rimetteva a posto e andava via. Non avete la minima idea di quante signore con la pelliccia abbiano schifato la mia merce.
Un giorno, mentre stavo parlando con persone di questo tipo, con molta tranquillità e leggero sarcasmo, ho chiesto incuriosito: “Perdonatemi, ma questi capi si potrebbero trovare anche in una Boutique, con un prezzo molto più alto. Si tratta dello stesso prodotto e della stessa qualità. Perchè con questi si fanno tante storie?“.
La risposta mi ha fatto innervosire tantissimo:
Beh, le Boutique pagano le tasse. Devono pur guadagnare.

L’ignoranza fatta a persone. Secondo loro, i venditori ambulanti non pagano le tasse? Certo, come no! Un ambulante non deve pagare la tassa di occupazione del tratto di strada da occupare. Un ambulante non deve pagare l’IVA tutte le volte che prende merci all’ingrosso. Un ambulante non deve pagare l’assicurazione, il bollo e la revisione. Tutte frivolezze, giusto?

…Continua…

2 Risposte a “Disoccupazione giovanile”

  1. Non vedo l’ora di leggere il seguito…hai perfettamente ragione 🙁

I commenti sono chiusi.